Che cosa succederebbe se esistesse un luogo in cui poter realizzare i nostri desideri e ricevessimo suggerimenti su come fare?
“The Place” (l’adattamento cinematografico di una serie televisiva statunitense “The Booth at the End”) è un film corale che analizza la psiche dell’uomo, i suoi desideri e ciò che si è disposti a fare per raggiungerli.
Un uomo misterioso, ermetico, staziona a ogni ora sempre nello stesso angolo all’interno di The Place, un locale alla Hopper, una caffetteria lunga e stretta che si affaccia su una via piena di traffico.
Ha con sé una grossa agenda: qualche volta vi scrive delle cose, altre volte la consulta.
Non sappiamo nulla di quest’uomo dal volto segnato da stanchezza e sofferenza, sappiamo solo che chi si rivolge a lui chiede di realizzare il proprio desiderio. E lui ascolta imperturbabilmente il postulante, per poi assegnargli un compito. È una specie di deus ex machina che ripete ai suoi interlocutori: “Non l’hai fatto per me, ma per te”, e un po’ Mefistofele (“Come faccio a sapere che lei non è il diavolo? “gli chiede una giovane donna).
Quell’umanità variegata che si rivolge a lui gli confida il proprio desiderio più disperato e lui assegna quell’azione più o meno ardua che permetterà di raggiungere la propria felicità, molto spesso a scapito di quella degli altri: ma questo è il prezzo da pagare. Il compito viene svolto nel fuori campo e poi raccontato nel dialogo (in cui emergono anche dubbi ed esitazioni) e non è mai impossibile, anche se ognuna delle richieste implica di effettuare una scelta a livello etico e morale. Alcuni sono semplici, altri più singolari e crudeli, ma nessuno è senza conseguenze. A volte può anche capitare che chi accetta di compiere un’azione malvagia finisca per fare del bene, o che chi riceve in compito una buona azione rischi di fare del male. Comunque, di fronte alla missione attribuita, ciascun postulante è libero di rifiutarsi o di recedere in qualsiasi momento, come l’uomo misterioso ricorda spesso ai suoi interlocutori, quasi sperasse in un cambiamento d’idea
Solo la cameriera Angela – che vorrebbe sapere se lui fa lo psicologo, uno di quelli che “vuole creare un ambiente amichevole” – non gli chiede qualcosa, ma tenta di porgli delle domande.
Le vite dei personaggi a volte si intrecceranno portandoli ad aiutarsi, o a combattersi. Sembrano legati in una maniera quasi machiavellica, senza però sapere gli uni degli altri nè che il corso della loro vita si sta a volte condizionando a vicenda. Sembra un grande puzzle, il cui scopo ultimo rimane, però, ignoto.
È un film inquietante sui nostri demoni, sul libero arbitrio e sul limite verso cui siamo disposti a spingerci pur di raggiungere i nostri obiettivi, che non emette sentenze dall’altro ma ci costringe a riflettere, a guardarci dentro, a indagare la nostra parte più oscura
CITAZIONI
“Perché’ chiedi cose così orrende?”
L’uomo: “Perché c’è chi è disposto a farle!”
“Sei in mostro.”
L’uomo: “Diciamo che do da mangiare ai mostri.”
“Lei non ha pietà’!”
L’uomo “Spesso neanche voi.”
“Mi hanno detto che lei aiuta la gente ad ottenere quello che vuole.”
L’uomo: “Diciamo che offro delle possibilità.”
“Ma lei crede in Dio?”
L’uomo: “Diciamo che credo nei dettagli!”
L’anziana signora che chiede la guarigione del marito malato di Alzheimer: “C’è qualcosa di terribile nascosto in ogni essere umano, ed è fortunato chi non lo incontra nella vita.”
Luisa a volte mi sento ignorante, anzi spesso. Già la parola postulante mi mette in difficoltà e ne ho voluto cercare tutti i significati, troppi.
Posso dire di non essere mai stata postulante, oddio forse in minima parte, da piccola, ma di aver conosciuto solo postulanti.
Spesso noi madri lo diventiamo, purtroppo…..
Lascio cadere questo argomento, l uomo può essere dio, e qualsiasi altra cosa, o un gruppo di persone, ma quanto è atroce che la gente non voglia proprio coltivarlo il proprio orticello……nemmeno sant Agostino……
Mi piace il tuo cineforum, ho partecipato in passato proprio vicino casa, peccato le seggiolone scomode….il cinema ha una grande missione salvare il mondo.
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Postulante è, in questo caso, chi fa una richiesta
Pensa che, alla fine del film, ci è stato chiesto – come sempre – di dare una valutazione, e io non sapevo che giudizio dare.
Volevo ripensarci con calma, digerirlo un po’.
E ripensandoci mi sono accorta che dipinge perfettamente l’animo dell’uomo, i suoi desideri più profondi, quelli per i quali alcuni sarebbero disposti anche a commettere crimini
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Alcuni ? Beh tutti.
Forse è per questo che l uomo se ne sta in un angolo, ci sarebbe la calca la rissa, ha molto di ecclesiastico il postulante, certo vedere un film e discuterne a caldo è una interrogazione precoce.
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👌😘
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Reblogged this on Alessandria today @ Pier Carlo Lava.
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Grazie!
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Di questo film non avevo sentito parlare eppure merita tanta attenzione…
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Sì, è da vedere, senza aspettarsi grandi movimenti o cambi di scena, perché è basato esclusivamente sul dialogo
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Grazie della dritta, Luisa
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🤗
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I tuoi post sono tutti meravigliosi, ma quando parli di cinema sforni dei veri e propri capolavori.
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Ti ringrazio: detto da te è proprio un bell’apprezzamento
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Grazie a te per la risposta! Corro a risponderti sul mio blog! 🙂
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👊😉
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💖💖💖
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🙏❤️
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Gran bel film😉👊
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Sì, che induce a pensare!
🌷
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