🎥 CINEFORUM: “La forma dell’acqua”

“La forma dell’acqua” (The Shape of Water) è un film del 2017 diretto da Guillermo del Toro che si è aggiudicato il Leone d’oro a Venezia e quattro Premi Oscar

In un laboratorio governativo di Baltimora dove avvengono sperimentazioni a scopi militari lavora come donna delle pulizie Elisa, diventata muta in seguito a un trauma che le ha lasciato tre profonde cicatrici sul collo. intrappolata in una vita fatta di silenzio e isolamento.
La sua collega e amica è Zelda, una loquace donna di colore, imprigionata di un matrimonio infelice che lotta per i suoi diritti in famiglia e nella società.
Amico di Elisa è il vicino di casa Giles, anche lui relegato in un appartamento un po’ tetro sopra a un vecchio cinema. E’ un artista ossessionato dalla vecchiaia, discriminato nella vita e sul lavoro, che deve tenere nascosta la sua omosessualità perché non ammissibile.
Un giorno viene portato in laboratorio un “essere” anfibio dalle sembianze antropomorfe da studiare e utilizzate come arma contro i russi.
La creatura è stata catturata in un villaggio amazzonico, dove era oggetto di venerazione da parte degli indigeni locali, da un feroce agente governativo, il colonnello Stricklan, che ha una famiglia perfetta, un’auto di prestigio e l’animo da aguzzino: per il “bene” della scienza è pronto a sacrificare il diverso, torturandolo con violente scariche elettriche e godendo nel vederlo vomitar sangue.
Nel laboratorio lavora anche il dottor Hoffstetler, che in realtà una spia russa, uno scienziato inviato per studiare le mosse del nemico, nella corsa per la supremazia in campo aerospaziale.

Elisa scopre questo essere in una vasca, ne comprende l’intelligenza e la sensibilità, e comunica con lui attraverso la lingua dei segni, dando inizio a una tenera complicità che la porterà a uscire dalla sua solitudine e innamorarsi, ricambiata, del “mostro”.
Quando viene dato ordine di vivisezionarlo, al fine di studiarne l’apparato respiratorio, lo scienziato si oppone, ma riceve l’ordine di eliminarlo anche dai suoi mandanti.

Elisa viene casualmente a conoscenza del terribile destino della creatura e decide di salvarla: con l’aiuto di Giles, della collega e dello stesso dottor Hoffstetler riesce a portare l’essere fuori dal laboratorio, dargli rifugio nel suo appartamento dove, seguendo i consigli dello scienziato, lo tiene in vita nella vasca da bagno, in attesa del momento migliore per poterlo liberare nell’oceano.

Il feroce colonnello scopre quanto è accaduto e, affamato di sangue, uccide lo scienziato e raggiunge Elisa e Giles al canale, dove sono in procinto di liberare l’uomo anfibio. Qui spara alla ragazza e alla creatura, che però si guarisce grazie ai suoi poteri e uccide l’assassino per poi salvare Elisa e renderla anfibia, in modo da permetterle di vivere insieme a lui.

Il tutto in un’America degli anni ’60, della Guerra Fredda, delle innovazioni tecnologiche, della televisione con i suoi varietà musicali, del cinema e della famiglia perfetta, in cui sembra non esserci posto per i diversi, per le categorie deboli, i neri, i disabili, gli omosessuali.
Questo film è tutto costruito sulla solidarietà che si stabilisce tra tre diversi: Elisa ‘la muta’, Giles ‘il gay’ e Zelda ‘la nera’ e le loro relazioni con il “mostro”.
È una favola che rivendica la forza dell’amore e il superamento di razzismo e pregiudizio, che mostra come il vero mostro sia chi inorridisce davanti alle gentilezze di un omosessuale, chi allontana da un locale una coppia di colore, chi orina per terra e sulle pareti e pretende che Zelda ed Elisa puliscano.
Il mostro è colui che esegue gli ordini senza porsi domande di ordine morale, che pensa solo al proprio tornaconto, che si ostina a non voler guardare oltre la superficie.

Il titolo “La forma dell’acqua” un ossimoro: l’acqua è un fluido e come tale non ha alcuna forma in sé, ma si trasforma in base a condizioni e pressioni esterne.
L’amore è come l’acqua?

21 thoughts on “🎥 CINEFORUM: “La forma dell’acqua”

  1. Un regista geniale: messicano poliedrico cinema sceneggiatore produzioni.
    È un film che mi è piaciuto molto perché vi ho trovato le tue stesse forti motivazioni sociali ma nello stesso tempo mi è piaciuta la poesia dolorosa e stupefatta che impegnava il racconto.
    Zygmunt Bauman sosteneva che la nostra società forse diventata liquida nei rapporti interpersonali così come nell’amore.
    Personalmente penso che passata l’iniziale follia della passione l’amore debba prendere un po’ anche lui la forma dell’altro da sé perché possa durare…
    Mi sono dilungata.
    Shera 💙

    Liked by 2 people

  2. quando si riesce a trasformare la poesia in immagini come queste, penso che lo spettatore possa ritenersi colpito dalla meraviglia di una sceneggiatura finalmente particolare. Già con “Il labirinto del Fauno” c’era un insieme di fantasia, tragedia e realtà. Ma con suo quest’ultimo film Guillelmo del Toro si è superato.

    Liked by 2 people

Leave a reply to luisa zambrotta Cancel reply