Tradimento/2

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TRADIMENTO

“E’ così. Prima lo si accetta, meno si soffre.”
Quelle parole erano calate nell’aria pesante, spaccando il silenzio teso che si era creato come la lama di una ghigliottina.
Giulia si sentì stordita e barcollò come se, invece delle parole, le fosse stato lanciato addosso un masso enorme.
E lei che si era illusa. Che si era cullata nel suo film romantico che la vedeva eroina di una stupenda storia d’amore. Quell’amore che tanti anni prima le aveva dimostrato anche suo marito, ma che poi si era tramutato in indifferenza, quindi in qualcosa che a volte era pietà, altre era disgusto.

Aveva cercato in mille modi di ridestare le sue attenzioni. Aveva tentato di risvegliarne il desiderio trasformandosi in una donna sexy.
Ricordava ancora lo smacco subito quando si era presentata a lui vestita solo di un paio di calze in rete, una culotte in pizzo e quella che le era stata raccomandata come un’arma irresistibile, una guêpière con merletti e nastrini in raso, che le era costata una fortuna.
Quando le bambine si erano addormentate, era scivolata nel suo completino da pornostar ed era entrata così bardata nella camera da letto di lui, che da tempo aveva lasciato a lei il dominio della camera matrimoniale e si era sistemato nella camera per gli ospiti, con la scusa della sua insonnia. Lì avrebbe potuto gestirla senza dare fastidio a nessuno, aveva spiegato. A nulla erano valse le sue preghiere di non allontanarsi: lei ormai si era abituata ai ritmi di Riccardo, non si accorgeva neppure se lui accendeva la tv o si metteva a leggere alla luce dell’abat-jour…

Aveva bussato leggermente e senza aspettare risposta si era intrufolata dentro. Lui era al telefono, ma aveva salutato velocemente la persona al di là del filo e aveva alzato gli occhi su di lei. L’espressione che vi aveva letto l’aveva agghiacciata.
“Dove vai così conciata?” le aveva chiesto, “Non hai vergogna?”
Senza ribattere, umiliata, aveva battuto in ritirata, rifugiandosi in bagno a versare infinite lacrime di delusione, amarezza, rabbia. Mai più avrebbe tentato un approccio … anzi, lo avrebbe fatto ingelosire, gli avrebbe fatto capire che lei era ancora desiderabile e poi sarebbe stata lei a rifiutare le sue avances. Sì, avrebbe fatto proprio così …

L’occasione era già pronta, alla sua portata, bastava che allungasse una mano e accettasse di coglierla. E quell’occasione si chiamava Antonio, un collega del marito che da quando si era separato aveva preso a frequentare costantemente la loro casa.
Era un bell’uomo, cordiale e sorridente, che si rivolgeva a lei in modo amichevole e pieno di calore.
Ma che stupida era stata a non accorgersene prima! Era così assiduo perché era interessato a lei!

Da quel giorno aveva aspettato con ansia ogni sua visita, preparandosi con cura e invitando le bambine a essere gentili con lui.
Quando gli stringeva la mano, la lasciava tra le sue un attimo in più, così da fargli capire che lei contraccambiava il suo sentimento.
Quando le portò una scatola di cioccolatini, quelli con la ciliegia che le piacevano tanto, notò come la stagnola rossa in cui erano avvolti potesse essere il simbolo della sua passione.
E quando arrivò con un enorme mazzo di fiori, vi affondò il viso per aspirarne il profumo, immaginando di annusare l’odore della sua pelle maschia.

Riccardo non sembrava affatto ingelosito dalle attenzioni dimostrate dal collega, ma a Giulia non interessava più ingelosirlo, concentrata sulle sue nuove emozioni. Aveva trovato una nuova giovinezza, un batticuore da tempo dimenticato e aspettava con ansia le sue visite sempre più frequenti, sperando che Antonio finalmente trovasse il coraggio di aprirle il cuore.
Sognava già una vita con lui, finalmente a fianco di un vero uomo che sapeva come far felice una donna.

Passò il tempo, l’attrazione che lei provava diventò sempre più forte tanto da obbligarla a placarla da sola per riuscire a metterla a tacere per qualche momento.
Non tentò più di parlare con il marito, di fingere un rapporto ormai inesistente, ma si trovò spesso a domandarsi come facesse lui a ignorare quanto era così palese. Aveva sotto agli occhi il corteggiamento di Antonio e non se ne curava, anzi, continuava a trattarlo con estrema familiarità e affetto.

Fino a quel terribile giorno.

Niente le avrebbe fatto presagire quella catastrofe. Antonio era arrivato con una bottiglia di champagne, aveva chiacchierato allegramente durante tutta la cena guardandola quasi con un certo ritegno. E lei aveva pensato di capire quelle occhiate di sottecchi: non voleva innervosire l’amico, che a sua volta scambiava con lui sguardi indecifrabili.
Antonio si offrì persino di aiutarla a riordinare, sfiorandola quando incrociavano le mani su pentole e piatti da sistemare nella lavastoviglie.

Quando le bambine furono a letto e loro tre ebbero preso posto sulle poltrone di pelle beige, di cui lei andava tanto fiera, con lo champagne che spumeggiava nei calici, l’amico abbozzò un sorriso imbarazzato, si schiarì la gola e disse:
“Dobbiamo parlare.”
“Finalmente”, pensò lei. “Finalmente ti sei deciso, tesoro mio”. Lanciando uno sguardo al marito si accorse che era nervoso. Allora anche lui si era accorto dei loro sentimenti… Ma ben gli stava! Non aveva saputo apprezzarla quando l’aveva avuta e ormai era troppo tardi!

“Ormai tutto è deciso e niente potrebbe farci cambiare idea:”
“Sì, tesoro” si disse lei, “anche se non ne abbiamo mai parlato e la decisione è stata solo tua, hai capito che io sono e sarò sempre con te.”
E cominciò a sognare un futuro pieno d’amore, quello a cui aveva diritto dopo che Riccardo glielo aveva negato.
Era persa nei suoi vagheggiamenti amorosi quando alcune delle parole che Antonio stava pronunciando si impigliarono nelle ali dei suoi sogni.
“Vivere insieme … tutto è pronto … non devi preoccuparti perché a te e alle bambine non mancherà nulla … devi fartene una ragione”

Ma a chi erano rivolte?
Fu allora che se ne rese conto.
Quelle parole erano rivolte a lei!

L.Z.

31 thoughts on “Tradimento/2

  1. Molto brava. Ho creduto anch’io all ‘inizio che si trattasse di una storia tra i due ometti, ma ricordando come finiva nel ” tradimento 1 ” tutto è tornato a posto. Confermo : scritto molto bene. Complimenti. Un abbraccio. Isabella

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    1. Grazie per le parole di incoraggiamento.
      Anch’io ho tratto spunto da una vecchia storia capitata a una mia conoscente,
      È proprio vero che la realtà spesso supera la fantasia.
      Ti auguro una piacevole serata

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