61 thoughts on “Nostalgia

  1. Qualche tempo fa ho dedicato anch’io un post al Calicanthus, fiore che adoro e che mi ricorda la mia infanzia. Lo aveva piantato la mia mamma e dopo molti anni io ne ho piantato un altro proprio perche’ lei s’inebri ancora del suo profumo. Ciao Luisa!

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  2. Molto delicata. Brava Luisa. Sai quando ho letto ” calicanto ” mi è venuto in mente il libro di Red Canzian ” Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto. La mia vita, i miei sogni ” . Un titolo che mi è sempre piaciuto. Grazie cara. Un bacione. Isabella

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  3. Bonjour Mon Amie et belle LUISA
    Ce jour un petit bonheur passe chez toi

    Un petit bonheur c’est dès le réveil
    de pouvoir se lever et de pouvoir marcher
    C’est d’entendre le chant mélodieux des oiseaux
    qui expriment leur joie pour ce jour nouveau
    C’est de voir le soleil pointer à l’horizon
    dont les chauds rayons feront bientôt éclore les bourgeons
    Un petit bonheur c’est le rire d’un enfant
    qui nous transmet sa joie d’être là
    Un petit bonheur oui un petit bonheur
    C’est d’avoir un ami avec qui partager
    les joies et les soucis quelquefois rencontrés
    C’est aussi d’admirer un joli paysage
    et savoir apprécier le rythme des saisons
    Tous ces petits bonheurs qui croisent notre chemin
    il faut les attraper, savoir en profiter
    car en leur compagnie la vie est si jolie !
    un petit bonheur un petit bonheur pour toi pour toujours
    Amitié , belle journée ou soirée
    Bisous Bernard

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      1. In verità non me lo ricordavo sono andata a cercarlo su Google🙂 e ho appreso che è un termine francese che viene utilizzato per riferirsi a un oggetto, un profumo, un colore che ci evocano un ricordo… proprio perché in questo senso è utilizzata la madelaine da Proust in “Alla ricerca del tempo perduto”? Correggimi se sbaglio🙂🙂grazie per quello che trasmetti sempre

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      2. Sì, è stato il sapore della madeleine che gli ha riportato alla memoria un sacco di ricordi ed emozioni passate…. alla base del suo capolavoro “Alla ricerca del tempo perduto” (À la recherche du temps perdu)
        “Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta ? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddalena. Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva ? Che senso aveva ? Dove fermarla ? Bevo una seconda sorsata, non ci trovo più nulla della prima, una terza che mi porta ancor meno della seconda. E tempo di smettere, la virtù della bevanda sembra diminuire. E’ chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me. E’ stata lei a risvegliarla, ma non la conosce, e non può far altro che ripetere indefinitivamente, con la forza sempre crescente, quella medesima testimonianza che non so interpretare e che vorrei almeno essere in grado di richiederle e ritrovare intatta, a mia disposizione ( e proprio ora ), per uno schiarimento decisivo. Depongo la tazza e mi volgo al mio spirito. Tocca a lui trovare la verità…retrocedo mentalmente all’istante in cui ho preso la prima cucchiaiata di tè. Ritrovo il medesimo stato, senza alcuna nuova chiarezza. Chiedo al mio spirito uno sforzo di più…ma mi accorgo della fatica del mio spirito che non riesce; allora lo obbligo a prendersi quella distrazione che gli rifiutavo, a pensare ad altro, a rimettersi in forze prima di un supremo tentativo. Poi, per la seconda volta, fatto il vuoto davanti a lui, gli rimetto innanzi il sapore ancora recente di quella prima sorsata e sento in me il trasalimento di qualcosa che si sposta, che vorrebbe salire, che si è disormeggiato da una grande profondità; non so cosa sia, ma sale, lentamente; avverto la resistenza e odo il rumore degli spazi percorsi…All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio….”

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      3. Citazione spettacolare e davvero precisa🙂 non ho mai letto questo romanzo, dovrei metterlo davvero sulla mia lista! È davvero profondo quanto traspare da questo brano e riesco a capire il parallelismo che hai fatto tu! Nostalgia, dal greco “dolore del ritorno”, in realtà per me il ricordo porta anche serenità… ci sono istanti che restano incisi in noi, come fa pensare il brano citato!

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  4. La memoria dei nostri affetti nelle tracce, percorsi olfattivi…
    e non è questo il motivo del perdurar di questo amore?
    La poesia è una meraviglia!
    un caro saluto e un augurio di una felice domenica
    Adriana

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  5. Che bello, passeggiando, seguire il profumo fino al giardino da cui proviene!!
    Il mio calicantus e’ morto gia’ da qualche anno. Ricordo con piacere che raccoglievo rametti da regalare

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