Easter Wings

George Herbert was an English poet and orator, born on 3 April 1593. He spent the last years of his life as an Anglican priest in a small country church in England. He died of consumption at the age of thirty-nine.

“Easter Wings” is perhaps his most beloved poem. It is famous for the layout that suggests its theme: the words were printed sideways on two facing pages so that the lines suggested a pair of outspread wings.  This pattern poem , which gave the vision of wings on both pages. had to be turned ninety degrees to be read.

Easter Wings

Lord, who createdst man in wealth and store,

      Though foolishly he lost the same,

            Decaying more and more,

                  Till he became

                        Most poore:

                        With thee

                  O let me rise

            As larks, harmoniously,

      And sing this day thy victories:

Then shall the fall further the flight in me.

My tender age in sorrow did beginne

      And still with sicknesses and shame.

            Thou didst so punish sinne,

                  That I became

                        Most thinne.

                        With thee

                  Let me combine,

            And feel thy victorie:

         For, if I imp my wing on thine,

Affliction shall advance the flight in me.

“Easter Wings” is a delicate religious poem that deals with the fall of man and the speaker’s desire to rise. By using the shape of a bird’s wings, the poet is able to emphasize the flight, the rise he is experiencing.

The theme of wings and flight is present in both stanzas: the first presents a lark rising to the sky, and the second the author himself, whose broken wings will be grafted onto Christ’s, so he will be able to fly to new life , a sort of resurrection, hence the title Easter.

The first stanza describes the history of humanity according to Christian theology. Man was born into abundance with full potential, but was punished for sin and expelled from paradise into a suffering life.

In the second stanza the poem becomes more personal, a sort of prayer to thank God for the death of His Son and our subsequent salvation.
Previously, the speaker asked to rise up like a lark and sing in worship. Now he asks to combine with Jesus, be grafted on His wings and find strength in Him.
It is the poet’s affliction and fall that furthers his flight: the purpose of Christ’s passion, death and resurrection was to free man of the chains of sin and death.


ALI DI PASQUA
Signore, che creasti l’uomo in ricchezza e abbondanza,
anche se scioccamente le perse
decadendo sempre più,
finché divenne
molto povero:
con te
fammi innalzare
armoniosamente, come allodola
e cantare in questo giorno le tue vittorie:
sarà la caduta a dare maggior impulso al mio volo.

La mia tenera età cominciò nel dolore:
e anche con malattie e vergogna
tu punisti così il peccato,
così io diventai
molto esile;
con te
fammi unire,
e sentire la tua vittoria;
poiché, se rafforzo la mia ala con la tua
sarà l’afflizione a dare maggior impulso al mio volo.
(L.Z.)

Image: Journal of Northern Renaissance : “George Herbert, The Temple (1633), sigs. B5v-B6r © British Library Board. C.58.a.26”

83 thoughts on “Easter Wings

  1. Bellissimo e raro il documento che hai pubblicato. Leggendo i tuoi articoli imparo sempre cose nuove e interessanti come la forma data a questi versi anticipatori (di secoli!!!) dei futuristi che spacciarono il modo di presentare i loro versi come qualcosa di originale e rivoluzionario.
    Ti faccio tanti auguri per la Pasqua, Luisa. Un abbraccio.

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    1. Grazie, Marcello caro. I libri di emblemi erano diffusi in Europa nel XVI e nel XVII secolo, ma poco apprezzati altrove. La poesia visiva non è un fenomeno del tutto nuovo, non credi?
      Auguri affettuosi anche a te

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  2. Ciao Luisa. “Man was born into abundance with full potential, but was punished for sin and expelled from paradise into a suffering life…”. Ciao Luisa. Bellissimi versi, e le “ali” rappresentate dallo scritto “sideways”.

    “but was punished for sin and expelled from paradise into a suffering life…”. io sono un credente dubbioso. Lo so, sembra un ossimoro, ma i miei dubbi vertono su particolare espressioni e idee teologiche. L’uomo fu creato perfetto, esente da sofferenze ed immortale. Poi per via del peccato venne cacciato via dal paradiso…terrestre, divenne soccetto a caducita’ e mortalita’, e rese cosi’ soggettto a morte tutto il creato. Mi suona strano. Per il poco che so di planetologia e geologia, la Terra non e’ stata mai “idonea” (chiaramente quanto scrivo non riguarda il poeta in questione, non e’ una critica, anzi; ma, dato il tema, sono considerazioni che ti voglio esporre, piu’ in generale, sulla religione e teologia giudaica e cristiana) ad ospitare un essere immortale come sarebbe rimasto l’uomo se non avesse peccato. E mi suona strano che, per il peccato commesso dall’uomo sulla ^Terra, tutto il cosmo sia diventato corruttibile (anche le stelle, sole compreso, hanno fine, seppur dopo molto tempo). Tutto, su miliardi di galassie, ” per colpa dell’uomo biricchino, su questo piccolo pianeta”.

    I casi sono percio’ due: o questa condizione di paradiso e immortalita’ non e’ mai esistita, ed e’ la visione atea; oppure, il paradiso originario era – e forse e’..-…un mondo spirituale, in cui Dio: “per aver fatto questo, vivrete come animali su un pianeta, o su dei pianeti, che io ho creato e ove tutto e’ gia’…destinato a guastarsi e a morire, e lo sarete anche voi,a differenza di qui ove non vi e’ consunzione e, se sarete stati bravi, sarete riammessi….”. Ad essere sbaglato, allora, in genesi, sarebbe chiamare “terrestre” il paradiso. Poi, con questa cosa del pardiso “terrestre” suona quasi come una specie di “piano b”: prima, il pardiso “terrestre” posto in Eden. Dopo, con Gesu’, “il regno dei cieli” (???!!!).
    Ora capisci perche’ mi definisco credente dubbioso 🙂
    non sono uscito fuori tema, dato che e’ Pasqua. Scusami se mai per la prolissita’ e la arzigogolatezza 🙂
    Ciao Luisa, e buona Pasqua.

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    1. Caro Marghian, apprezzo le tue considerazione. Molte volte ho desiderato, nella mia vita, incontrare un teologo super partes a cui esprimere le mie riflessioni. Non mi è mai capitato. Allora mi tengo i miei mille dubbi, invidiando chi crede senza porsi domande: hanno il dono di una fede solidissima
      Buona Pasqua a te 🕊🕊🕊

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      1. Ciao. Grazie della condivisione, davvero la fede e’ veramente un dono. Ho mille dubbi, ma alcune cose mi inducono a sperare che, parole alte come “legge”, “Bene”, “Male”, “Amore”, “Odio”, “Giustizia” siano difficilmente circoscrivibili ad una esistenza di pochi decenni, e mi fa sperare che sia difficile che un “Hitler” e un “San Francesco” abbiano lo stesso destino finale, il nulla. Perche’ cosi’ è piaccia o non piaccia, senza un aldila'”. Essere di esempio agli altri che verranno…”- “altri” il cui destino e’ il medesimo nulla, ed il cui ricordo di chi rimane sbiadisce piano piano, sino a spegnersi…. Puo’ anche darsi, ma mi sembra strano, molto strano. Ecco che, sulla base di questi “sentori”, non avendo io fede propriamente detta, ho comunque “speranza” in una trascendenza. E ne’ la sperranza, ma neppure la stessa fede, significano per forza essere disincantati a questa vita presente, anzi, sono credenti i piu’ grandi maestri di vita, da sempre. gesu’ non predicava di stare incantati ad aspettare il cielo, ma di vivere. Ciao , buona Pasqua .

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      2. Ciao.Ho messo il like a me stesso (il commento …), Ma è per sbaglio. Lo so, è positivo “piacersi”, ma… 🙂

        Sono in ospedale, scrivo dal cell. Fatto tutto, un esamino con iniezione farmaco, domani stesso verro’ dimesso, ciao 🙂

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  3. Grazie per queste rarità! Interessantissimo il layout, già simbolicamente aggiunge profondità alle parole del poeta. Buona Pasqua, buona rinascita ❤

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