‘Obtorto collo’ ✍️

Coinvolta su Facebook nella maratona poetica DECENNIO DI AVVICINAMENTO DELLE CULTURE – Esposizione internazionale virtuale, sto pubblicando dieci mie poesie, una al giorno.
A mia volta, oggi ho invitato a partecipare Rosalba De Cesare
(8° giorno)

OBTORTO COLLO
a G.M.

Alzato il calice
com’eravamo soliti fare,
ho davvero udito
il cristallo vibrare?
Con lo sguardo umido
ho cercato
il tuo volto amato.

Sulle labbra
dal bicchiere
solo un sapore amaro.
‘Dove sei?’

Fu detto
o solo pensato?

‘Son con te, bambina,
non temere
non ti ho lasciato.’

Menzogna!

Obtorto collo –
come solevi dire –
te ne sei andato
senza far rumore,
una sera,
all’imbrunire.

OBTORTO COLLO

I raised the cup
as we used to do.
Did I really hear
the crystal clink?
With wet eyes
I searched
for your drink.

From the glass
to my lips
a salty taste rose.
‘Where are you?’
I asked.
or only thought.

‘I am with you,’
I caught
‘don’t worry
I‘m not far away’

Liar!

Obtorto collo –
as you used to say –
you had to leave
silently,
at dusk, one day.

Obtorto collo Is a Latin phrase used to indicate acceptance, against one’s will, of external impositions, in this case death

_{Immagine: John William Waterhouse (1900) Destiny}