Norman Rockwell/2

“I just wanted to do something important.”

Norman Rockwell‘s first assignment for “Look” magazine (see here) was an illustration published on the 14 January 1964 issue.
The title is “The Problem We All Live With” and it is considered an iconic image of the Civil Rights Movement in the United States. It is a painting where African-American people, for the first time in Rockwell’s career, are not placed in the background, so that advertisers do not abandon a magazine.

It depicts Ruby Bridges, a six-year-old African-American girl, on her way to William Frantz Elementary School, an all-white public school in New Orleans, Louisiana. It happened on 14 November 1960, six years after a Supreme Court decision had declared racial segregation in public schools unconstitutional , an ordinance that the state legislature in Louisiana continued to ignore..
In 1960, Judge J. Skelly Wright ordered the gradual desegregation of New Orleans public schools to begin on 14 November of that year.

That day, the girl was escorted by four U.S. Marshals while a riotous white mob organized by the local White Citizens’ Council gathered to protest her arrival, shouting hateful slurs, threats, and insults.

The following day , “The New York Times” reported: “Some 150 white, mostly housewives and teenage youths, clustered along the sidewalks across from the William Franz School ….
Forty minutes later, four deputy marshals arrived with a little Negro girl and her mother. They walked hurriedly up the steps and into the yellow brick building while onlookers jeered and shouted taunts.
The girl, dressed in a stiffly starched white dress with a ribbon in her hair, gripping her mother’s hand tightly and glancing apprehensively toward the crowd.”

She was not welcomed. After getting past the angry white crowd to enter the classroom she found out that she and the teacher were the only two people present; it would remain that way for the rest of the school year. Within a week, nearly all of the white students of the whole school stopped attending classes simply because Ruby was there. And yet she persevered.

In his painting Rockwell captured the essence of this little black girl’s historic walk to school.
Due to threats of violence against her, she is accompanied and guarded by four U.S. Marshals. These men are all white. All are wearing business suits, yellow arm bands proclaiming their office and badges on the front of their suits.
The marshals are faceless: they are just doing their jobs. Can you see the court’s order for integration in sticking out of one of the jacket pocket of one of them?
The focus of the painting is little Ruby Bridges, wearing a white dress, probably one of her best clothes, that contrasts with her dark skin.
She is holding her two school books, a ruler and some pencils and looks very brave.
The whites protesting against the racial integration of the schools are not visible but the presence of the angry mob is indicated in the background of the painting.
On the wall are scrawled the racial slur “nigger” and the letters “KKK”; and a tomato has been thrown by one of the protesters and it looks as if it just barely missed little Ruby.
It was hurled so hard that it shattered and splattered, and parts of its pulp are scattered on the wall and the pavement.

At Bridges’ suggestion, President Barack Obama had the painting installed in the White House, in a hallway outside the Oval Office, from July to October 2011

“Volevo solo fare qualcosa di importante”.

Il primo incarico di Norman Rockwell per la rivista “Look” (vedi qui) fu un’illustrazione pubblicata nel numero del 14 gennaio 1964.
Il titolo è “The Problem We All Live With/Il problema con cui tutti viviamo “ ed è considerato un’immagine iconica del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. È un dipinto in cui l’afroamericano, per la prima volta nella carriera di Rockwell, non è posto in secondo piano, affinché gli inserzionisti non abbandonassero una rivista.

Raffigura Ruby Bridges, una bambina afroamericana di sei anni, diretta alla William Frantz Elementary School, una scuola pubblica di bianchi a New Orleans, in Louisiana. Accadde il 14 novembre 1960, sei anni dopo che una decisione della Corte Suprema aveva dichiarato incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole pubbliche, un’ordinanza che i legislatori della Louisiana continuavano a ignorare.
Nel 1960 il giudice J. Skelly Wright ordinò che la graduale desegregazione delle scuole pubbliche di New Orleans iniziasse il 14 novembre dello stesso anno.

Quel giorno la ragazza fu scortata da quattro sceriffi federali mentre una folla bianca ribelle organizzata dal locale White Citizens’ Council si era riunita per protestare contro il suo arrivo, urlando insulti, minacce e ingiurie.

Il giorno seguente, il New York Times riportò: “Circa 150 bianchi, per lo più casalinghe e adolescenti, si sono raggruppati lungo i marciapiedi di fronte alla William Franz School…
Quaranta minuti dopo arrivarono quattro vice marescialli con una ragazzina negra e sua madre. Salirono in fretta i gradini ed entrarono nell’edificio di mattoni gialli mentre gli spettatori schernivano e urlavano insulti.
La ragazza, vestita con un vestito bianco rigidamente inamidato con un nastro tra i capelli, stringe forte la mano di sua madre e lancia uno sguardo apprensivo verso la folla.”

Non fu ben accolta. Dopo aver superato la folla di bianchi inferociti, scoprì che lei e l’insegnante erano le uniche due persone presenti nella classe; sarebbe rimasto così per il resto dell’anno scolastico. Nel giro di una settimana, quasi tutti gli studenti bianchi dell’intera scuola smisero di frequentare le lezioni semplicemente perché Ruby era lì. Eppure lei perseverò.

Nel suo dipinto Rockwell ha catturato l’essenza della storica camminata di questa ragazzina di colore verso la scuola.
È accompagnata e sorvegliata da quattro sceriffi federali, bianchi, con indosso abiti da lavoro, bracciali gialli che testimoniano il loro incarico e distintivi sulla parte anteriore dei loro abiti.
A causa delle minacce di violenza contro di lei, è scortata da quattro vice marescialli statunitensi; sono tutti bianchi. Tutti indossano abiti da lavoro e bracciali gialli che proclamano il loro ufficio. E distintivi sul davanti dei loro abiti.
Sono senza volto: persone che stanno solo facendo il loro lavoro. Riuscite a vedere l’ordinanza del tribunale per l’integrazione che punta dalla tasca della giacca di uno di loro?
Il fulcro del dipinto è la piccola Ruby Bridges, con un abitino bianco che contrasta con la sua pelle scura, probabilmente uno dei suoi vestiti migliori,
Ha in mano due libri, un righello e le sue matite e sembra molto coraggiosa.

I bianchi che stanno protestando contro l’integrazione razziale delle scuole non sono visibili ma sullo sfondo del dipinto è indicata la presenza della folla inferocita.
Sul muro sono scarabocchiati l’insulto razziale “negro” e le lettere “KKK”; e un pomodoro è stato lanciato da qualcuno e sembra che abbia mancato di poco la piccola Ruby. È stato scagliato con così tanta forza che si è frantumato e ha prodotto degli schizzi, mentre parti della sua polpa sono sparse sul muro e sul marciapiede.

Su suggerimento di Bridges, il presidente Barack Obama fece installare il dipinto alla Casa Bianca, in un corridoio fuori dallo Studio Ovale, da luglio a ottobre 2011.

Image: Flickr – Gandalf’s Gallery