The Apple of My Eye

In the song You Are the Sunshine of My Life” (see here) Stevie Wonder describes how the woman in his life makes him feel, which is why he will “always stay around”.
He calls her ”the apple of my eye”, an expression that describes something precious, to which one attaches great value or for which one has a great affection.

This expression originated in the Bible where the phrase “apple of my eye” (or similar) occurs in several places. There too it was used figuratively to indicate something, and particularly a person, that one values above all other things.
The idiom comes from a Hebrew expression that literally means “the little man of the eye” and refers to the tiny reflection of ourselves that we can see in the pupil of a person standing in front of us.

Shakespeare uses the term “the apple of his eye” in his 1590 play “A Midsummer Night’s Dream” but not in the idiomatic sense that the Old Testament writers did.

Oberon, the king of the fairies, who has had a disagreement with Titania, the queen of the fairies, decides to take revenge on her and instructs his servant, Puck, to go and look for a special flower, the juice of which, if poured on the eyes of a sleeping person, is able to make them fall madly in love with the first thing they see on waking up.
It is a flower that was once hit by an arrow of Cupid, the god of love, imbuing it with magical love-arousing properties- This is why it is also called “Cupid’s flower” but is commonly known as wild pansy (Viola tricolor) or love-in-idleness.
Oberon also uses it on the eye of a young sleeping man (Demetrius) saying

Flower of this purple dye,
Hit with Cupid’s archery,
Sink in apple of his eye”.

Shakespeare is using ‘apple of his eye’ quite literally , as an anatomical term. The pupil, the aperture at the centre of the human eye, was called this way because it was spherical like an apple.
The term ‘pupil’, as we use it today, came much later and derives from the Latin word “pupilla” , a diminutive of “pupa,” which means “little doll” or “little girl”, since, as said for the Hebrew expression, if we look into another person’s eyes from close up we can see a tiny reflection of ourselves in the small, dark opening of the iris. This reflection may look like a little doll. Therefore the part of the eye that seems to hold this image was called “pupilla” in Latin.

The word “pupilla/pupillus” was also used in Latin to designate a child who was a ward or an orphan.
The Middle English word still meant “minor ward,” but eventually “pupil” came to mean “a young student in school or in the charge of a tutor.”

Nella canzone “You Are the Sunshine of My Life” (qui) Stevie Wonder descrive come la donna nella sua vita lo fa sentire, motivo per cui “le rimarrà sempre accanto”.
La chiama “la pupilla dei miei occhi”, un’espressione che descrive una cosa preziosa, a cui si attribuisce grande valore o per cui si ha un grande affetto.

Questa espressione ha origine nella Bibbia dove la frase “pupilla dei miei occhi” (o simile) ricorre in più punti, usata in senso figurato per indicare qualcuno che si apprezza sopra ogni altra cosa.
La frase deriva da un’espressione ebraica che letteralmente significa “ l’uomo piccolo negli occhi” e si riferisce al minuscolo riflesso di noi stessi che vediamo nella pupilla di una persona che ci sta di fronte.

Shakespeare usa il termine “la pupilla dei suoi occhi” nella sua commedia del 1590 “Sogno di una notte di mezza estate”, ma non nel senso idiomatico come facevano gli scrittori dell’Antico Testamento.

Il re delle fate Oberon che ha un disaccordo con Titania, la regina delle fate, decide di vendicarsi di lei e incarica il suo servitore, Puck, di andare di cercare un fiore speciale, il cui succo, se versato sugli occhi di una persona addormentata, è in grado di farla innamorare follemente di chi si ritrovi davanti agli occhi al suo risveglio.
Si tratta di un fiore su cui una volta cadde una freccia di Cupido, il dio dell’amore. Per questo lo chiama anche “Fior di Cupido” ma il fiore è comunemente conosciuto come Viola del pensiero (Viola tricolor).
Oberon lo usa anche dell’occhio di un giovane addormentato dicendo

“Fiore di questo color viola,
Colpito dalla freccia di Cupido,
penetra nella pupilla del suo occhio.”

Shakespeare sta usando letteralmente “la pupilla (la mela) dei suoi occhi”, come termine anatomico, cioè l’apertura al centro dell’occhio umano, che era chiamata “apple” perché sferica come una mela.
Il termine ‘pupilla’ come lo usiamo oggi, è venuto molto più tardi e deriva dalla parola latina “pupilla” , diminutivo di “pupa”, che significa “bambolina” o “bambina”, poiché come detto per l’espressione ebraica, se guardiamo negli occhi di un’altra persona da vicino vediamo un minuscolo riflesso nell’occhio di chi ci sta di fronte, che potrebbe sembrare una piccola bambola. Pertanto la parte dell’occhio che sembra contenere questa immagine era chiamata “pupilla” in latino.

La parola “pupilla/pupillo” era anche usata per designare un bambino sottoposto a tutela perché orfano .

La parola inglese “pupil” ora designa anche un giovane studente.

Image Wikimedia Commons:The Apple-of-My-Eye-by-Tom-Franz.jpg – Oil on Canvas

97 thoughts on “The Apple of My Eye

  1. Wow. Very very interesting and informative. Every day I learn something new from you, dear Luisa. It’s always a pleasure to read your blogs. Love them and you so much. ♥️♥️♥️🥰🥰🥰. Keep up the good work and continue to inspire readers like us.

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  2. Dai tuoi post c’è sempre qualcosa da imparare cara Luisa, ☺️. Ad esempio, io la Viola del pensiero l’ho sempre chiamata con questo nome e non sapevo che ne avesse un altro. D’ora in avanti mi ricorderò che questo fiore è chiamato anche “Fior di Cupido”: è davvero un bellissimo nome, molto dolce e romantico, 😊. Buon lunedì e buon inizio di settimana, 🌸🤗🌺😘

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  3. Poetically one goes from “do not rest or stop crying the pupils of your eyes” to the romantic expression “you are the apple of my eyes”. In any case, with your detailed explanation, we know for sure where it comes from. Our knowledge expands thanks to your investigations. It is a luxury to be in your blog Luisa.

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  4. Eccezionale post 4icco di informazioni dalle quali imparare eccome!!! Come ad esempio la viola d3l pensiero non ho mai saputo che si chiamasse anche “Fior di Cupido” Grazie Luisa 7n grande abbraccio e buon proseguimento di giornata 🥰🥀👏

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  5. “Love-in-idleness” ~ interesting to speculate upon the motivations of the culture which spawned this flower’s folk name. Perhaps too much like our own ~ castigating the leisurely and luxurious flowering of natural love to its puritanical duty-ridden counterpart…

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      1. Guarda, non dirmelo.
        Ci sono i Licei Scientifici con orientamento “scienze applicate” o “sportivo” che non hanno più il Latino: ma può esistere un Liceo senza Latino?
        A me pare assurdo.

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      2. All’inizio ci fu il Liceo Scientifico Tecnologico (in cui insegnavo anch’io) in cui si era convinti che lo studio dell’informatica potesse dare lo stesso rigore mentale dato dal latino… Boh!!!

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      3. Se queste sono le linee guide del ministero…
        Che vergogna.
        Così come la limitazione nello studio della geografia: ti rendi perfettamente conto che i 18-20enni di oggi fanno fatica a collocare città, nazioni, fiumi, laghi, regioni, catene montuose… sia italiane che estere.
        Non sanno nulla di nulla, mi spiace dirlo.

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      4. Sono d’accordo con te: l’istruzione è tragicamente lacunosa, e a volte penso se non sia utile a qualcuno limitare le capacità cognitive delle persone. So che a pensar male si fa peccato, ma…😉

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      5. No no, dici il vero, tu sei stata docente e lo hai vissuto in prima persona.
        La conoscenza di base è sempre più lacunosa, ad ogni livello: per esempio ho notato che non si insegnano più (tranne RARI casi) le poesie a memoria.

        “Poesie a memoria? Roba degli anni ’70 ed ’80”

        Ma la bellezza di ricordarle, di poterle ancora ripetere, di conoscerle come arricchimento personale? Questo ha un valore immenso! Ma oggi, escluso forse “San Martino”, un ragazzo di 14 anni, quante poesie conosce?

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  6. Un articolo molto interessante e informativo. Io sapevo solo dell’origine latina del termine pupilla, non a caso nel dialetto napoletano antico pupilla si dice “nennella” che significa piccola bimba. Complimenti per il blog, molto interessante.

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  7. Molto interessante e informativo questo articolo. Io sapevo solo dell’origine latina del termine, non a caso nel dialetto napoletano pupilla si dice “nennella”, ovvero bambina. Complimenti per il blog.

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  8. DAGLI OCCHI IL VERO

    In questo mondo da sempre traspare

    dagli occhi la bellezza, il sentimento

    . . . diuturnamente cerchi di acchiappare

    tramite loro il vero ogni momento.

    Gli occhi della Madonna non li ho

    mai visti . . . erano azzurri? . . . verdi? . . . o

    neri, profondi, per provenienza.

    Manco del taglio ne ho conoscenza.

    Ciò perché sempre in quadri in cui viene

    Ella effigiata, sola o con il figlio,

    li tiene bassi, come si conviene,

    ed ansia traspare dal Suo ciglio.

    Soltanto il grande Giulio Romano L’ha

    a noi immortalata ad occhi aperti,

    accattivanti, in cui dentro ci sta

    l’orgoglio d’esser madre, con inserti

    da cui traspare la Sua gran bellezza

    per esser questi immensi, in quasi offerta

    di chi ha in grembo: la nostra Salvezza.

    E qui t’incanta, e lascia a bocca aperta. (1)

    Tu ammirare puoi questa chicca

    nella pinacoteca,molto ricca,

    di Palazzo Barberini, ben vicina

    all’assai risplendente “Fornarina”,

    il cui sguardo è sulla rosa . . . brina,

    e punge il cuor come di rosa . . . spina,

    che fa scordar le pene della vita,

    e in lei senza sembrare . . . calamita!

    C’è in tutte e due bellezza sopraffina:

    terrena in questa, nell’altra divina.

    ( Cassandro)

    ( 1 ) Madonna Hertz

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      1. Non ho un blog né pagine su piattaforme tipo Facebook-
        La mia presenza nella blogsfera si limita a commentare in versi il poliedrico blog di Vitty da oltre dieci anni, e quello di Amfortas, arguto commentatore di Vitty.

        Ho a lungo seguito pure, sempre in versi  “Caro blog” e “Come alice”, che però non intervengono più da tempo.
         
        Grazie per avere accolto il mio commento. Spero di non avere disturbato.

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  9. I never knew s about the biblical expression if Apple if my eye, however, most of Shakespeare’s dialogue gives reference to the Bible.

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