ReBlog: a modern american love letter

Trovo questa poesia dell’amica Ana davvero intensa nella sua concisione e riferibile non solo all’America

una moderna lettera d’amore americana

cara
mi manca
poterti ignorare
umiliare
e intimidire

ti prego torna a casa

Troubador of Verse

*****

a modern american love letter

dear one

i miss
ignoring
humiliating
and intimidating you


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49 thoughts on “ReBlog: a modern american love letter

  1. Modern love letter , be it American or otherwise , is much appreciated . Pattern of writing love letter has considerably changed . It only expresses intimate feelings between the two . May be disliked others , but it is , to me , personal . Thanks !

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    1. The introduction reads ; “I find this poem by my friend Ana really intense in its conciseness and suited not only to America”. Then there is the Italian translation
      A big hug, dearest Ana🌹🤗🌹

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  2. DOMANDE SENZA RISPOSTA
     
                     
    La guerra ormai si è trasferita
    in famiglia . . . e senza vie di uscita,
     
    dove si grida con voce di assalto
    che opaco rende ciò ch’ era di smalto:
     
    e il guaio e che ormai più non si usa
    minimamente la parola “Scusa!”
     
     
    Al tempo d’oggi chi grida di più?
    E’ il marito oppure è la moglie?
    Chi tartassa l’altro con “Tu . . . Tu . . . Tu
    hai fatto questo e questo? Su chi incoglie
     
    la voce acuta? Chi fa malefatte?
    Chi si comporta in modo sbagliato
    sempre e comunque? Chi batte e ribatte
    all’infinito e tutto di un fiato
     
    in modo perpetuo? La pausa
    scomparsa è . . . non abita più qui!
    E chi di tutto ciò ne è la causa?
    La moglie o il marito? E così
     
    si va avanti giorno dopo giorno,
    dall’alba al tramonto e talora
    anche di notte. Se si guarda intorno
    la rabbia pur dai lavandini affiora,
     
    la gentilezza ormai “si chiama fora”,
    l’amor di un dì i ‘due ‘ più non sfiora,
    chi tace in mente sua sospira “ANCOOOORA!!!!” . . .
    e ci incattivisce ora per ora,
     
    mentre la violenza, ehm, la fa
    da padrona assoluta, e non ci sta
    chi comprenda che così si va
     nel baratro, e sarà quel che sarà!

    Che “invocat abyssus” si sa.
     
     (Cassandro)

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  3. Alla
    moderna lettera d’amore americana, che ha dato vita al post, scritta ovviamente da un “lui”,

    “cara

    mi manca

    poterti ignorare

    umiliare

    e intimidire

    ti prego torna a casa”

    si potrebbe pensare ad altra eventuale
    moderna lettera d’amore americana, scritta da una “lei” in questi termini:

    “Caro
    mi manca
    potere romperti diuturnamente l’anima,
    dire che sei un peso morto
    e considerarti zero
     
    ti prego torna a casa
     
    E che? … devo gridare
    a vuoto, sola,
    guardandomi allo specchio del bagno?
     
    ti aspetto. Torna”

    Se la prima viene giustamente giudicata violentemente “maschilista”,
    la seconda può essere ritenuta possibile e se sì, definita dolcemente progressista?
    O come?

    Per caso non potrebbe trattarsi dell’altra faccia di quella medaglia che è la vita?

    I Greci ci hanno insegnato che si cresce col dubbio, al punto che per risolvere le tragedie spesso doveva intervenire il “deus ex machina”.

    Ancora mi tormenta, ad esempio, il dilemma – al di fuori di ogni sentimentalismo – se avesse ragione Antigone o Creonte.

    DUBITARE   ELEVA
               (Socrate)
     
    Soltanto il dubbio ti può elevare,
    vale per gli ignoranti la certezza,
    crescere vuol dire . . .ehm . . . dubitare
    di tutto, ed indagare con fermezza,
     
    senza bloccarti mai. Il dubbio è fiume
    che finisce nel mare e lo fa
    sempre più grande, è un eterno lume
    che sempre più rischiara Umanità.
     
    L’esempio gigante – a ben pensare –
    Socrate porge in sua Apologia,
    che chiude con “E’ tempo di andare
     
    io a morire, a chiuder vita mia,
    voi giudici a vivere: accettare
    la sentenza è giusto che lo sia.
     
    Resta solo da dire che chi va
    di noi a miglior sorte nessun sa,
     
    tranne che il Dio . . . e questo sempre se
    nell’universo immenso Dio c’è!”
     
    Ognuno la risposta trovi in sé!

    Di tutto ricerchiamo il “perché?”

    (Cassandro)

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