Le donne del mio Vate – ☾ CXV ☽ 🖋️

Cap 15. L’ultimo D’Annunzio – concept album di A. Marasti (12)

Questo video, che contiene alcune canzoni del concept album “L’ultimo D’Annunzio” di Alfredo Marasti, si apre con alcune immagini del Vittoriale e l’audio di un cinegiornale dell’Istituto Nazionale Luce dell’epoca relativo ai funerali di D’Annunzio, che viene presentato come amico e “fedele gregario” del Duce.
Forse viene definito “gregario” perché il regime fascista si è “servito” del Vate per dare lustro alle proprie posizioni?

Segue la canzone “Al visitatore”, che ripete i versi scritti da D’Annunzio e rivolti a Benito Mussolini, collocati, in occasione di una visita ufficiale, sopra un grande specchio all’interno della Stanza del Mascheraio,
Questa è il primo locale che si incontra visitando la Prioria, accanto a un’altra porta. Sono le due stanze d’attesa, che segnano subito il destino del visitatore: a destra, quella destinata agli ospiti indesiderati, la Stanza del Mascheraio; a sinistra, quella per gli amici graditi, l’Oratorio Dalmata.

Delle tre visite di Benito Mussolini a Gardone, quella effettuata dal 25 al 27 maggio 1925 aveva come motivazione ufficiale la consegna del Vittoriale allo Stato, anche se molto probabilmente lo scopo vero era cercare di ufficializzare l’adesione del poeta al regime.

Ci sono numerosi aneddoti su quell’incontro: per esempio si dice che D’Annunzio si divertì tutto il tempo a chiamare il Duce “Ben” e a definirlo “caro compagno”, o che Mussolini fu costretto a una lunga attesa (alcuni dicono addirittura di oltre due ore) passata a contemplare le allusive parole rivolte al “mascheraio”.
“La stanza del Mascheraio” è così denominata proprio per i versi scritti in caratteri dorati sopra lo specchio del camino:

“Al visitatore:
Teco porti lo Specchio di Narciso?
Questo è piombato vetro, o mascheraio.
Aggiusta le tue maschere al tuo viso
ma pensa che sei vetro contro acciaio“.

Questi versi ironici sono rivolti a coloro che, entrando nella Prioria, cercano di aggiustarsi la maschera, dimenticando che sono solo vetro contro l’acciaio di Gabriele D’Annunzio.

Nacque anche la leggenda che Mussolini, andando incontro a d’Annunzio lo salutò: “Salve, o fante alato!”, facendo riferimento al suo essere aviatore; al che il poeta , sapendo che Mussolini era bersagliere, si rivolse a lui dicendo: “Salve, o lesto fante!”.
Dopo quella visita, si dice che D’Annunzio abbia fatto aggiungere qualcosa al suo stemma situato al centro della facciata della Prioria. Uno stemma che rappresenta un levriero rampante. Fece incidere il motto “Né più fermo/né più fedele”, con riferimento al fatto di sentirsi ormai un “sorvegliato speciale”, costretto all’inazione, cioè “fermo e fedele” nella gabbia dorata del Vittoriale.
Fece inserire anche un mucchietto di ossa ai piedi del cane creando così una specie di rebus: “can-ossa”, con allusione a Canossa, cioè un pentimento, cui il duce era stato indotto a piegarsi andando a fargli visita.

Il video non fa che tradurre in immagini l’iscrizione in quella sala d’attesa: Narciso avanza in un buio corridoio e si rimira nello specchio, mentre attorno a lui compaiono altre maschere e un busto celebrativo di Mussolini.
Improvvisamente nello specchio compare l’immagine di D’Annunzio e la figura di Narciso si dissolve. Le maschere e lo specchio cadono e il volto del dittatore si riduce in poltiglia (“vetro contro acciaio”), Questo rappresenta la potenza e l’immortalità della poesia contro la fragilità e pochezza del potere e dei suoi fantocci.

continua

This video contains some songs from the concept album “Ultimo D’Annunzio” by Alfredo Marasti. It opens with some images of the Vittoriale and the audio of a newsreel of the time, made by the Istituto Nazionale Luce, relating to the funeral of D’Annunzio. The Poet is presented as a friend and a “fedele gregario” (loyal companion, follower) of the Duce.
Perhaps he is defined this way because the fascist regime “used” him to give prestige to its own positions.

This short documentary is followed by the song “To the visitor”, which repeats the lines written by D’Annunzio and addressed to Benito Mussolini, which were placed, on the occasion of an official visit, above a large mirror inside the Stanza del Mascheraio.
This is the first room one encounters when visiting the Priory, next to another room. They are the two waiting rooms, which immediately mark the fate of the visitor: on the right, the one intended for unwanted guests, the Mask Maker Room; on the left, the one for welcome friends, the Oratorio Dalmata (Dalmatian Oratory).

Of Benito Mussolini’s three visits to Gardone, the one carried out from 25 to 27 May 1925 had the official purpose of handing over the Vittoriale to the State, although most likely the real purpose was to try to formalize the poet’s adherence to the regime.

There are numerous anecdotes about that meeting: for example it is said that D’Annunzio enjoyed calling the Duce “Ben” all the time and defining him “dear comrade”, or that Mussolini was forced to wait a long time (some even say over two hours) spent contemplating the allusive words to the “mask maker“.
Indeed, the Mask Maker Room, is so called from these lines written in gilded letters above the fireplace mirror:

“To the visitor:
Are you bringing Narcissus’ Mirror?
This is leaded glass, my mask maker.
Adjust your mask to your face,
But mind that you are glass against steel.”

These ironic lines are aimed at those who, upon entering the Priory, try to adjust their mask, forgetting that they are only glass against the steel represented by Gabriele D’Annunzio.

The legend was also born that Mussolini, going to meet D’Annunzio, greeted him: ” Salve, o fante alato!” (Hail, o winged soldier!), referring to him being an aviator; whereupon the poet, knowing that Mussolini was a Bersagliere said: “Salve, o lesto fante!” (“Hail, o swift soldier”), But in Italian it is a pun because “lestofante” written in a single word means swindler, cheater, so the greeting sounded like: Hail, swindler!
After that visit, it is said that D’Annunzio had something added to his coat of arms located in the centre of the façade of the Priory, which represents a rampant greyhound. He had the motto “Neither firm / nor faithful again” engraved, with reference to the fact that he now felt like a “special prisoner”, forced into inaction, that is, “firm and faithful” in the gilded cage of the Vittoriale.
He also had a small pile of bones inserted at the dog’s feet, thus creating a sort of rebus, i.e. a puzzle using pictures for sounds: “can-ossa”(dog-bones), with an allusion to Canossa, meaning a repentance, to which the Duce was destined to submit when going to visit him. Canossa is the place where the Holy Roman Emperor Henry IV made humble submission to Pope Gregory VII in 1077, therefore “going to Canossa” refers to an act of yielding or penance.

The video simply translates the inscription in that waiting room into images: Narcissus advances in a dark corridor and looks at himself in the mirror, while other masks and a celebratory bust of Mussolini appear around him.
Suddenly the image of D’Annunzio appears in the mirror and the figure of Narcissus dissolves. The masks and the mirror fall and the dictator’s face is reduced to pulp (“glass against steel”). This represents the power and immortality of poetry against the fragility and smallness of power and its puppets.

to be continued