Le donne del mio Vate – ☾ CXXI ☽ 🖋️

Cap 16. Chi era Aélis /Amélie? (6)

In questa ultima sezione vengono date alcune informazioni su chi era Aélis, la mia narratrice

Come ho già detto in cambio della sua disponibilità e fedeltà Amélie venne sempre trattata con rispetto, e restò fino in fondo al fianco di quell’ incantatore che possedeva una sorta di soavità casanoviana.
Anche quando aveva smesso di sentirsi un superuomo, aveva smesso di esaltare la sfrenata libertà individuale, la vita, come aveva fatto tantissimi anni prima, nel 1903, nel lungo poema autobiografico “Maia. Laus Vitae”, in cui scriveva:
“Tutto fu ambìto
e tutto fu tentato.
Quel che non fu fatto
io lo sognai;
e tanto era l’ardore
che il sogno eguagliò l’atto.”

Anche quando la sua penna non era più potente della spada, e quindi era tenuta a bada, prigioniera con lui in quella gabbia dorata.

Che importava se dovette assistere, assieme alla rivale-complice Luisa, alle sue perversioni e ai macabri riti erotici, utilizzati forse come antidoto per acquietare le sue implacabili angosce di morte? Ricordava sempre la volta in cui Gabriele si era disteso nudo in una bara ornata con monili d’oro mentre le ragazze assoldate, anch’esse nude, dovevano sporgersi dentro il sarcofago e baciarlo dalla testa ai piedi.

Che importava se dovette ascoltare tutte le sue vanterie, come quella di aver trascorso, ultrasettantenne, “ventiquattro ore di orgia possente e perversa”? Dopo di che aveva avuto necessità di essere ritemprato con un pasto ricostituente a base “di prosciutto cotto, porto Ruby, dolce viennese, bicchierino di menta e sigaretta Abdullah n.11?”

Che importava se si sussurrava che avesse avuto centocinquanta amanti, o cinquecento o addirittura quattromila? O che si dedicasse sempre più spesso alla masturbazione, nonostante l’età? Quello che però non sopportava era che si dicesse che, per procurarsi ancor più piacere, per riuscire a piegarsi in modo da potersi pienamente soddisfare oralmente, si era fatto togliere due costole! Una menzogna vergognosa, lo sapeva bene lei: perché martoriarsi un corpo già in disfacimento per fare tutto da solo quando c’era lei a renderlo felice?

Quella era una bufala assurda, di cui Vate forse non era a conoscenza o che forse non si curava di smentire.
Forse sapeva che permettendo che si accentuassero gli eccessi della sua vita spericolata, sarebbe riuscito a incarnare in sé un’idea, un qualcosa che è proibito ma che tutti sognano, in un universo in cui i confini tra vita e letteratura, tra verità e finzione, sono davvero labili.
Era lui stesso che sosteneva: “Il falso e il vero son foglie alterne d’un ramoscello: il savio non discerne l’una dall’altra, l’un dall’altro lato”.
Ma perché farsi martoriare il corpo per una pratica che avrebbe sottolineato solamente la sua solitudine?
Per essere un novello Adamo che dona la vita a Eva?
Le costole inoltre proteggono gli organi interni, il cuore e i polmoni, e quale chirurgo, anche se compiacente, avrebbe aderito a una richiesta simile?

Questa leggenda nacque per l’alone di erotismo che circondava la sua figura: si supponeva che una persona nota per l’intensa attività sessuale e per l’esaltazione letteraria del piacere, avrebbe anche potuto spingersi a tanto.
O forse perché nell’Italia bigotta della prima metà del Novecento, che
dietro una facciata perbenista nascondeva profonde inquietudini, c’era bisogno di un trasgressore su cui proiettare i propri desideri repressi o rimossi se non altro per sanzionarlo pubblicamente e ammirarlo segretamente.

continua

Who was Aélis /Amélie?

In this last section some information is given about Aélis, my narrator

As I’ve said before, in exchange for her availability and loyalty, Amélie was always treated with respect, and she remained faithfully by the side of that enchanter who possessed a sort of Casanovan suavity.
Even when he had ceased to feel like a superman, had stopped extolling unrestrained individual freedom, life, as he had done many years before, in 1903, in his long autobiographical poem “Maia. Laus Vitae”, where he wrote:

“Everything was aspired to
and everything was attempted.
What was not done,
I dreamed;
and so great was the ardour
that the dream equalled the deed.”

Even when his pen was no longer mightier than the sword, and thus was held in check, a prisoner with him in that golden cage.

What did it matter if she had to witness, together with her rival-accomplice Luisa, his perversions and macabre erotic rites, perhaps used as an antidote to quell his relentless death anxieties? She always remembered the time when Gabriele had lain naked in a coffin adorned with golden ornaments while the hired girls, also naked, had to lean into the sarcophagus and kiss him from head to toe.

What did it matter if she had to listen to all his boasts, like having spent, at over seventy, “twenty-four hours of powerful and perverse orgy”? After which he needed to be refreshed with a meal consisting of “baked ham, Ruby port, Viennese pastry, a shot of mint, and an Abdullah No.11 cigarette?”

What did it matter if it was whispered that he had had one hundred and fifty lovers, or five hundred, or even four thousand? Or that he increasingly indulged in masturbation, despite his age? But what she couldn’t stand was the rumour that, to give himself even more pleasure, to be able to bend over so as to be able to fully satisfy himself orally, he had two ribs removed! A shameful lie, she knew very well: why torment an already decaying body to do everything by himself when she was there to make him happy?

That was an absurd hoax, which the Poet perhaps wasn’t aware of or perhaps didn’t care to deny. Maybe he knew that by allowing the excesses of his reckless life to be accentuated, he would succeed in embodying an idea, something that is forbidden but dreamt of by all, in a universe where the boundaries between life and literature, between truth and fiction, are truly blurred. It was he himself who claimed: “The false and the true are alternate leaves on a branch: the wise man does not discern one from the other, one side from the other.”
But why let his body be tortured for a practice that would only highlight his loneliness?
To be a new Adam giving life to Eve?
Furthermore, ribs protect internal organs, the heart, and the lungs, and what surgeon, even accommodating, would comply with such a request?

This legend arose from the erotic halo surrounding his figure: it was supposed that someone known for intense sexual activity and for the literary exaltation of pleasure could also go so far.
Or perhaps because in the bigoted Italy of the first half of the twentieth century, which behind a facade of respectability hid deep-seated anxieties, there was a need for a transgressor onto whom to project one’s repressed or suppressed desires, if only to publicly sanction him and secretly admire him.

to be continued

image: https://www.zam.it/biografia_Aelis_Mazoyer